OTITE ESTERNA

Sotto questo nome vengono raggruppate diverse forme chimiche che hanno fondamentalmente in comune il fatto di interessare il padiglione auricolare e/o il condotto uditivo esterno. La forma più comune consiste in una dermo – epidermite acuta che interessa la parte o tutta la cute di rivestimento del condotto uditivo esterno.

I germi responsabili sono identificabili nello

  • Stafilococco aureo ed Epidermidis.
  • Pseudomonas Aeruginosa.
  • Streptococco, Proteus, e Colibacilli (meno frequente).

 

EPIDEMIOLOGIA

 

Da un punto di vista epidemiologico , le otiti esterne rappresentano, nel nostro paese, la più frequente causa di consultazione presso un pronto soccorso specialistico durante il periodo estivo.

Ciò anche in funzione dei fattori favorenti, tra i quali primeggiano il clima caldo-umido e umidità nel condotto. Sono altresì da considerare come fattori favorenti:

  • Il ridotto calibro del condotto
  • La ritenzione di squame epidermiche
  • La diminuzione di secrezione ceruminosa
  • Le dermatiti seborroiche
  • Altre affezioni dermatologiche quali Lichen,psoriasi e pemfogo.
  • La presenza di protesi acustica con chiocciolo
  • Traumatismi locali ( abitudine all’uso di stuzzicadenti, Cotton Fiocc, fermagli per lenire il prurito).

Il processo infettivo ha inizio con edema dello strato superficiale, con ostruzione ghiandolare e scomparsa dello strato grassoso protettivo. Il PH della pelle perde i suoi caratteri di acidità, favorendo così la proliferazione batterica.

 

CLINICA

Da un punto di vista clinico, nell’Anamnesi dei pazienti affetti, esiste quasi sempre un riferimento anamnestico di episodi di prurito periodico. Quando l’otite esterna è eclatante, è presente un violento dolore che si irradia verso le tempie e la mandibola e che si accentua quando si tocca  l’orecchio.

Quando le pareti del condotto sono singolarmente interessate, la fenomenologia algica viene scatenata dalla semplice digitopressione sul trago ( parete anteriore), sulla conca inferiormente ( parete inferiore), oppure stimolando il padiglione verso l’alto ( parete superiore) o indietro ( parete posteriore).

L’esame clinico permetterà di mettere in evidenza- già alla sola ispezione esterna-iperemia, e/o edema a carico del meato acustico esterno, dal quale a volte è possibile vi sia fuoriuscita di materiale desquamativo-purulento.

Una otoscopia completa è possibile sono nei casi meno eclatanti, perché già il solo inserimento dello speculo può generare intenso dolore. A volte è possibile identificare un sito specifico di dolenza, spesso legato alla presenza di un foruncolo . La complicanza più comune è caratterizzato dal carattere di recidivanza della patologia, legata alla presenza di uno dei fattori sopra esposti; più rara è l’ascessualizzazione del condotto, la pericondrite o l’evoluzione nella forma di otite esterna maligna.

A parte l’otalgia si può avere iperpiressia e/o malessere generale.

TRATTAMENTO

Il trattamento è innanzitutto profilattico e deve mirare soprattutto a ridurre l’umidità nel condotto uditivo esterno. Una profilassi a lungo termine anche mediante l’uso di lavaggi auricolari medicati. La terapia normalmente è limitata al trattamento locale. Dopo avere eventualmente aspirato le secrezioni purulente viene prescritto l’uso di gocce antibiotiche locali, contenti cortisone , Polimixina B e Neomicina , per un periodo di circa 7 gg.

Questo trattamento risulta ancora più valido se preceduto dall’inserimento- all’interno del C.U.E.- di speciali spugnette idrofiliche in commercio che permettono alle gocce instillate di essere assorbite e di restare a contatto con le pareti interessate dal processo infettivo.

L’antibioticoterapia sistemica viene generalmente utilizzata in caso di iperpiressia e malessere generale, oppure qualora si voglia comunque accelerare la risoluzione del processo per motivi in relazione con l’attiva socio- lavorativa o sportiva del paziente.

 

FORME PARICOLARI DI OTITE ESTERNA

 

OTITE ESTERNA MALIGNA

Una forma particolare di otite esterna è rappresentata dall’otite esterna maligna. Si tratta di una forma grave di infezione causata dallo Pseudomonas Aeruginosa, che coinvolge pazienti diabetici o immunodepressi, in corso di chemioterapia o steroidoterapia ad alte dosi. La gravità del quadro è legata ad un germe aggressivo che agisce su un terreno debilitato. Lo Pseudonomas possiede un’elevata affinità per i vasi, determinando trombosi ed ischemia. La malattia evolve in diverse settimane, ma la mortalità è particolarmente elevata specialmente se è presente l’interessamento dei nervi cranici.

Clinicamente tutto si sviluppa per la presenza di un’escoriazione cutanea, che da luogo ad una cellulite dolorosa del condotto uditivo esterno, con otorrea, edema e stenosi dolorosa. L’otalgia si può accompagnare a cefalea temporale e occipitale. Si può evidenziare nel tessuto di granulazione con i segni aspecifici dell’infiammazione.

Successivamente, si può avere un condrite del C.U.E. ed un’osteite dell’osso timpanico che si può propagare fino al basicranio.

La TC ma ancor meglio la RM permettono di evidenziare l’assenza di problematiche a carico dell’orecchio medio.

Secondo alcuni, la metodica diagnostica di elezione è la scintigrafia con Tecnezio o Gallio radioattivo, in grado di fissarsi il primo su zone di attività osteogenica che seguono distruzione ossea, il secondo su tessuti molli ed osso.

Il trattamento è antibiotico per via parenterale, prolungato per due mesi seguito poi da un periodo di mantenimento per evitare le frequenti recidive.

 

Otite bollosa emorragica

 

L’otite bollosa emorragica rappresenta una patologia relativamente frequente ad etiologia virale che interessa prevalentemente l’età pediatrica.

E’ caratterizzata dalla formazione di flittene localizzate nel C.U.E. , solo raramente interessanti la MT. Una volta esaurito l’episodio, non si ha necessità di trattamento particolare. Durante l’episodio algico, invece, la puntura della formazione bollosa che provoca la fuoriuscita del liquido in essa contenuto, coincide, come detto, con la risoluzione. Raramente necessaria una copertura antibiotica.